VIRIDITAS
Marina Cabrini
Marea rossa

Questo contenuto si inserisce nella nuova rubrica digitale del museo intitolata VIRIDITAS, nata per offrire al pubblico uno strumento per arricchire il proprio sguardo rispetto all’emergenza ambientale.

A poche centinaia di metri dal litorale della foto c’è la sede dove lavoro, l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale. Ogni giorno vedo il mare, azzurro, trasparente, torbido, calmo, increspato, burrascoso. Trieste è la città della bora, vento forte con raffiche che raggiungono 100 km/h e il mare diventa turbolento. Il clima terrestre varia per le pressioni delle attività umane che generano il cambiamento climatico. Le copiose piogge primaverili portano i nutrienti e nel Golfo di Trieste fioriscono invisibili le diatomee. Quest’anno in primavera le acque si sono tinte di rosso per l’abbondante presenza di Noctiluca scintillans, grande dinoficea (1-2 mm) eterotrofa, che di notte “scintilla” per la presenza di un sistema proteico che le conferisce bioluminescenza. N. scintillans provoca fioriture vistose, dal mare della Cina al mare arabico alle coste dell’Atlantico prolifera e si diffonde in tanti mari del mondo. Priva di cloroplasti, si alimenta di nanoplancton, tossica per pesci per le alte concentrazioni di ammoniaca contenute nel suo vacuolo. Dopo questa marea rossa si è verificata un’esplosione di Rhizostoma pulmo, medusa innocua che ha coperto le acque del golfo per più di un mese. Quale la causa che favorisce acque colorate, sciamatura di meduse? Cosa accade all’ecosistema marino? Sono fenomeni naturali o le pressioni antropiche influiscono a generare queste anomalie? La temperatura è il primo fattore che interagisce sullo sviluppo delle microalghe, il riscaldamento dell’acqua favorirà le fioriture. Il plancton ha capacità di resilienza, cambia la composizione specifica che comporterà cambiamenti nel funzionamento degli ecosistemi. Si favoriranno maree rosse, esplosione di meduse come quest’anno. Se la natura può rispondere ai cambiamenti climatici, selezionando le specie più adatte a sopravvivere in nuovi ecosistemi, anche noi dovremo agire. L’uomo consapevole può cambiare il suo stile di vita per ridurre la presenza di CO2 e sostenere quelle politiche che individuino soluzioni ecosostenibili garantendo il bene di tutti, soprattutto dei paesi geograficamente più sfavoriti dalle modificazioni del clima. In tempi di pandemia Covid, di continue migrazioni di milioni di persone via terra e mare, la scelta politica dei cittadini è prioritaria per definire governi che promuovano azioni a beneficio delle popolazioni più deboli.   

 


 

Prima ricercatrice all’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (Trieste), Marina Cabrini si occupa di biodiversità ed ecologia delle microalghe e del loro impatto in relazione ai cambiamenti climatici. È docente ai corsi di ecologia terrestre, marina e del paesaggio. Ha curato la valutazione d’impatto ambientale di aree costiere e studi per la tutela paesaggistico ambientale e partecipato, come valutatore, al giudizio su progetti riguardanti aspetti di ecologia e gestione della fascia costiera, ambienti lagunari ed estuariali.