PAULINE OLIVEROS
Beethoven Was a Lesbian

17 marzo 2023 – 10 settembre 2023
#Musica da Camera

Pauline Oliveros (1932 – 2016) è stata una compositrice, performer, autrice ed educatrice tra le prime ad adottare un approccio alla musica sperimentale e multidisciplinare rivolto a includere i suoni sia interiori che ambientali che ci accompagnano ogni giorno. Integrando nella sua ricerca il corpo e le sue estensioni tecnologiche in continua evoluzione, ha cercato di trasformare e sovvertirne le funzioni quotidiane attraverso l’ascolto e il suono. Oliveros credeva infatti nei poteri trasformativi e curativi dell’ascolto, solitario o in gruppo, e ha sviluppato un approccio collaborativo, organico e non gerarchico alla performance in cui pubblico, interprete e autore si sovrappongono, spesso in un contesto di libera improvvisazione.

Nata a Houston, in Texas, ha trascorso gran parte della sua infanzia all’aria aperta e imparando a suonare diversi strumenti, tra cui la fisarmonica. All’inizio degli anni Cinquanta si trasferisce a San Francisco dove studia composizione e inizia a sperimentare con la musica elettronica, sviluppando ambienti multimediali che includono componenti teatrali e proiezioni. È in questo periodo che la compositrice realizza le sue prime opere utilizzando un registratore a nastro, che inizialmente utilizzava per catturare i rumori di San Francisco dal davanzale della sua finestra, segnando la nascita delle sue composizioni di tape music, oggi considerate dei classici nella storia della musica elettronica. Nel 1961 fonda il San Francisco Tape Center insieme ai compositori Ramon Sender e Morton Subotnick, diventandone direttrice nel 1966 quando si trasferisce al Mills College e successivamente entra a far parte della facoltà dell’Università della California, San Diego. Negli anni Settanta Oliveros crea un ensemble di improvvisazione di sole donne dove sviluppa le sue Meditazioni sonore (1974), composizioni costituite da istruzioni verbali volte a sviluppare quella che lei chiamava “attenzione focale e globale al suono”. Queste meditazioni hanno gettato le basi sia per la pratica del Deep Listening, che svilupperà a partire dagli anni Ottanta e diventerà l’impegno della sua vita, sia per lo sviluppo degli aspetti politici e collettivi del suo lavoro. È stata una delle prime a sostenere le donne compositrici e a denunciare l’ingiustificata assenza di donne nella musicologia e nella storia della musica. Questo impegno era parte integrante della sua metodologia che metteva in discussione l’autorialità e intrecciava estetica, psicologia e movimento corporeo, prendendo in prestito tanto dalla ricerca scientifica quanto dalle credenze spirituali.

 

La mostra comprende pubblicazioni e registrazioni sonore che ripercorrono l’intera carriera di Oliveros, dai suoi primi lavori che uniscono improvvisazione, montaggio e suoni elettronici a quelli successivi che cercano sempre più di ampliare l’interazione tra dispositivi tecnologici, ambiente e musicisti. Il titolo, Beethoven Was a Lesbian, è tratto da una serie di cartoline postali che Oliveros ha realizzato con l’artista Fluxus Alison Knowles nel 1976. 

 


 

Un sentito ringraziamento a Ione, Al Margolis, Lynda Claassen, Fabio Carboni, The Pauline Oliveros Trust, Pauline Oliveros Papers at University of California San Diego, Center for New Music and Audio Technologies, Centaur Records, Deep Listenings Publications,Important Records, Lovely Music, Mode Records, Neuma Records, New Albion Records, Paradigm Discs, Pogus cds, Roaratorio, Sub Rosa, Taiga Records.  

Curatore: Luca Lo Pinto
Coordinamento curatoriale: Chiara C. Siravo
Produzione mostra: Sara Cattaneo
Assistente curatoriale: Carlotta Pierleoni
Stagista: Marco Lo Giudice
Allestitori: Fabio Pennacchia, Matteo Pompili
Tecnico del suono: Digital Village srl – Fabio Ferri