Alla fine degli anni ‘60 Emilio Prini inizia una serie di rilevamenti di porzioni e dettagli architettonici di Genova e, successivamente, di Roma, quali strade, scale, gradini, mura e sottopassaggi. Esplorazioni e misurazioni dello spazio pubblico abitato dall’artista che permangono sotto forma di studi fotografici in cui spesso viene ritratto di schiena. Nel 1995 tali rilevamenti sono tradotti in oggetti tridimensionali in occasione della mostra personale Fermi in Dogana presso l’Ancienne Douane di Strasburgo. Costruiti in legno o ferro, divengono volumi architettonici che traducono l’idea del calco come dimensione del non rappresentato.