N°4 IL VINO BLU
Anna Franceschini
2020
#Polifonia
Kit per “Il Vino Blu”

scatola illustrata con istruzioni, 3 × 10 × 1.5 cm;

capsula di colorante alimentare, circa 1 g in bustina

Edizione

200 esemplari numerati

È il 1967 e viene affittata una cantina, grande e immensa, su due piani. L’occasione è quella di Spoleto off, un festival non richiesto all’interno di una città che storicamente ospita l’acclamato Festival dei Due Mondi.

 

Era un’edizione importante in cui infiltrarsi, la decima, ricca di nomi di rilievo come Jerzy Grotowski.
Giancarlo Celli con il suo Dioniso Teatro si insedia e occupa uno spazio che riscuote attenzione e richiama sguardi giornalistici. Fermo alla sua ossessione di sempre, elaborata già nella sede ufficiale romana, cerca di stimolare la partecipazione del pubblico.

 

La ricerca era quella di uno spettacolo-avvenimento che fosse in grado di non vincolare lo spettatore al tempo della rappresentazione, poiché, di fatto, nessuna rappresentazione esisteva veramente. Nella ricerca di Celli il termine ‘rappresentazione’ era stato infatti accantonato per qualcosa che dichiarasse un altro tipo di coinvolgimento.
Spesso, a Spoleto off, a chiusura di ogni serata si inseriva il contributo di colui che Simone Carella definiva come dell’ultimo dei surrealisti: Giordano Falzoni, artista e scrittore.

 

Irregolari, ludici ed elementari i suoi advertising show davano vita a un rituale mondano, a quella che Celli definiva come un’assemblea teatrale.

 

Imbottigliare il Vino Blu era uno di questi riti: Falzoni disegnava le etichette, ognuno sceglieva la propria bottiglia e si iniziava così la produzione di un vino fantastico, azzurro e imbevibile. Nel raccontare il racconto di tante storie che riguardano la vita di Carella, anche Anna Franceschini ha deciso che gli oggetti recitano molto bene. Il Vino Blu dell’artista è un kit con istruzioni: una scatola con una capsula di colorante idrosolubile in polvere per poter realizzare comodamente da casa la bevanda.

 

In solitudine o in compagnia si tratta di improvvisare una composizione, sia essa di parole o ingredienti. Anche l’improvvisazione è un modo di fare, un comportamento, che porta l’individuo a esperire una situazione come buona, per lasciarsi emozionare. Là dove si improvvisa è possibile godere dei risultati man mano, delle cose che procedono. Le istruzioni come un campo di battaglia divengono il luogo in cui è chiaro che ciò che si gode è l’immediato, la sorpresa di quando l’acqua diviene per un secondo effervescente prima di cedere alla sua trasformazione.

 

* Prodotto artistico, non ad uso alimentare.

 

 

Design: Julia, Roma
Prodotto da: MACRO — Museo di Arte Contemporanea di Roma
Stampato da: Tipografia Ostiense, 2021