ELISABETTA BENASSI 
Autoritratto al lavoro 
Opening 9 maggio 2024, dalle ore 18.00 alle 21.00

9 maggio 2024 – 25 agosto 2024
#Solo/Multi

Autoritratto al lavoro è la prima grande mostra antologica dedicata a Elisabetta Benassi (Roma, 1966) da un’istituzione attiva nella città in cui l’artista vive e lavora. Il progetto espositivo presenta oltre venti anni della sua produzione, giustapponendo lavori storici dei primi anni 2000 a opere recenti e a tre nuove produzioni realizzate appositamente per l’occasione.

 

Muovendosi con libertà tra i più diversi linguaggi, medium e immaginari – da sempre tratto distintivo della sua ricerca – Benassi osserva criticamente l’eredità culturale, critica e artistica della modernità con l’intenzione di «entrare nella storia non per citarla ma per poterla far rivivere nel presente, creando una sorta di intrusione», suggerendo un’idea del tempo sempre paradossale.

Convinta che le mostre siano importanti più delle singole opere per articolare un’idea in modo complesso, l’artista ha scelto di proporre una riflessione sul concetto stesso di retrospettiva progettando un grande intervento installativo: una mise-en-scène delle sue opere, realizzata attraverso un sistema di architetture e ambienti disposte nello spazio come fossero quinte teatrali. Ciascuna di queste strutture modulari è pensata per accogliere un’opera – nascondendola in parte allo sguardo dei visitatori – e al contempo per rispondere alle sue specifiche intenzioni narrative e poetiche, offrendo così un nuovo dispositivo di fruizione a lavori spesso nati in risposta a luoghi, situazioni e temporalità specifiche.

 

Ciascuna di queste strutture, ricoperta da pannelli modulari in gesso recanti le tracce dei materiali che le hanno plasmate, apparirà come un corpo scultoreo dalle sembianze brutaliste, risultando in un display che è esso stesso intervento artistico volto a ripensare le forme convenzionali della mostra retrospettiva.

 


 

ELISABETTA BENASSI (Roma, 1966) vive e lavora a Roma. Con riferimenti alla tradizione culturale politica e artistica del Novecento, alla psicanalisi così come a temi controversi della contemporaneità, l’opera di Elisabetta Benassi percorre criticamente lo spazio conflittuale del nostro presente. Il suo lavoro ha come cifra ricorrente l’uso dell’installazione, del video e della fotografia quali dispositivi per creare insieme forti suggestioni emotive e una diversa messa a fuoco morale nello spettatore. Sullo sfondo dei suoi lavori appare sempre una domanda sulla condizione e l’identità attuali, sui loro rapporti col passato storico e una spinta a riconsiderarlo, guardandolo in controluce. Il suo lavoro è stato esposto in numerose sedi e istituzioni italiane e internazionali, tra cui la Biennale di Venezia. Tra le sue mostre personali: The Drowned World, Peter Freeman Inc., New York (2024); Empire, Museo Nazionale Romano – Crypta Balbi, Roma (2022); Lady and Gentlemen, Fondazione Adolfo Pini, Milano (2021); The Sovereign Individual, Galerie Jousse Entreprise, Parigi (2018); It Starts with the Firing, Collezione Maramotti, Reggio Emilia (2017); Letargo, Magazzino, Roma (2017); Smog à Los Angeles, CRAC Alsace, Altkirch (2013); Voglio fare subito una mostra, Fondazione Merz, Torino (2013); Site Specific #2, MAN – Museo d’Arte Provincia di Nuoro, Nuoro (2007); Tutti morimmo a stento, MACRO – Museo di Arte Contemporanea di Roma (2004); In moto, Galleria Massimo De Carlo, Milano (2001). Tra le sue mostre collettive recenti: E la mia Patria è dove l’erba trema, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma (2023); Fuori Tutto, MAXXI Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo, Roma (2023); Building and Dreaming, By Art Matters, Hangzhou (2022); Meia-noite parte 2, Anozero ’21–22 – Bienal de Arte Contemporânea de Coimbra, Coimbra (2022); Congoville. Contemporary artists tracing colonial tracks, Middelheim Museum, Anversa (2022); Extra Flags, Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato (2020); SUM Artists: Visual Diagrams & Systems- Based Explorations, Wellin Museum of Art, Clinton (2020). 

 


 

Con il sostegno di Fondazione In Between Art Film, Collezione Maramotti, Gessi Roccastrada e Magazzino.