MACRO presenta un’ampia mostra antologica dedicata a Giuseppe Gallo, l’esposizione si colloca all’interno del programma rivolto agli artisti romani e nello specifico al Gruppo di S. Lorenzo, e a seguito dei progetti dedicati rispettivamente a Nunzio, Gianni Dessì e Piero Pizzi Cannella.
‘Il lavoro di Giuseppe Gallo spesso oscilla fra gli azzardi innovativi e sperimentali di una narrazione coraggiosa e i classicismi di un linguaggio virtuoso, fra le analisi chimiche di un cromatismo ‘alchemico’ e la stabilità di pratiche artistiche note. Tutto ciò contribuisce a determinare un quadro complesso nel suo rapporto con la ‘contemporaneità’. (D. Eccher)
Presso le Sale Macro sono esposte una selezione di opere storiche e inedite del percorso artistico di Giuseppe Gallo attraverso disegni, dipinti e sculture.
Diversi i dipinti presentati, alcuni dei quali originalmente riuniti per questa mostra,nello specifico: il ciclo di 12 dipinti ad olio dedicati ai mesi dell’anno Le Dita della Mente (1998), provenienti dalla collezione dell’artista e riuniti in un’unica e inedita struttura installativa; e Memoria Retrospettiva (2007), una raccolta di 34 quadri ad encausto, nei quali Gallo ripropone figure, simboli, ed elementi che contraddistinguono il suo percorso artistico.
L’ esposizione prosegue con le sculture in bronzo: per la prima volta in mostra Prismi, riproduzioni di maschere rituali e teatrali acquistate durante diversi viaggi; tra le opere antologiche Cielo dei Re (1991), Femmina Atroce (2004), e la serie Autoritratti Autoritari, asce in bronzo le cui lame riportano il profilo tagliente dell’artista.
I disegni vanno dal 1979 al 1998, esempi in mostra: Parva Sibarita (1985), Il Tevere (1988) e Avangarde is now having baby (1998).
‘Il disegno è bambino, progettazione del futuro, gioco in bianco’. (G. Gallo)
Il percorso artistico di Gallo è contraddistinto dal suo stile ironico, strumento che gli permette di sperimentare diversi linguaggi pur mantenendo fermo il ricorso alla classicità nelle tecniche (es. pittura ad olio della tradizione italiana ed encausto) e nei materiali. Notevole il ricorso alla pratica della frammentazione sia nelle figure che nel colore, elemento quest’ultimo che Gallo considera simbolo e espressione della materia e che pone in risalto attraverso i forti contrasti generati dall’uso di ruggini e ossidanti; esempi in mostra Merletto Veneziano(2004) e Mare di Specchi (2005). La sua arte è pregna di riferimenti simbolici (numeri, foglie, figure) che celano l’enigma, come nel trittico in mostra Cadute Silenziose (2006) e in Con Umiltà con Energia (2007), simboli che volutamente hanno il solo compito di dare accenni e intuizioni per poi lasciare il passo a libere e personali interpretazioni.
Io cerco un modo di lavorare che non sia finito. Mi sento come una madre che mette al mondo un figlio senza commettere l'errore di volerlo possedere, ma lasciandolo completamente libero; un quadro, quando lo realizzo, deve avere la possibilità e la potenzialità di generare altre cose, altre idee. (G.Gallo)