MACRO presenta presso le Sale Panorama, spazio dedicato ai giovani artisti, il nuovo progetto personale di Avish Khebrehzadeh. L’artista nata nel 1969 a Teheran, dopo aver studiato pittura all’Accademia di Roma, dove ha appreso la tecnica tradizionale della pittura ad olio e i principi dell’Arte Povera, si è trasferita a Washington D.C., dove risiede alternando lunghi soggiorni in Italia.
Per la sua prima personale presso un museo d’ Europa, Avish Khebrehzadeh ha selezionato una serie di opere inedite: due video-animazioni proiettate su grandi disegni, realizzati a grafite e pastello, pennarello e inchiostro, su carta giapponese kozo trattata con resina e olio d’oliva, e circa 20 dipinti ad olio realizzati su tavole in gesso e legno.
Avish cerca soggetti di cui si sforza di approfondire e analizzare gli effetti di attesa sugli spettatori; descrive spazi costretti e limitati, in cui il tempo scorre inesorabilmente. Trova così, nei compartimenti stagni del quotidiano, delle possibilità di azione: creare delle reti non convenzionali, trasformare le regole sociali in poesia, o ancora, lanciarsi nella fondamentale ricerca di visioni e utopie che consentano di immaginare il futuro. (L. Dreyfus)
L’artista procede nelle forme, nei dettagli, nell’animazione, con un proprio stile “infantile” ed un tratto delicato e essenziale. Le forme, specie quelle umane, sono accennate, quasi a non voler sporcare o appesantire le figure: bambini, omini senza volto, persone semplici ( es. in mostra Three Blind Men).
I contenuti riportano a un universo conosciuto, a tratti familiare, così alle figure si sommano gli animali (elefanti, scimmie, pesci, cani e uccelli), presenze vegetali (fiori, alberi, montagne) così come semplici azioni (mangiare, camminare, dormire, incontrarsi).
Nel video, ILL Affection, le immagini scorrono su un unico grande disegno realizzato a tecnica mista su carta giapponese. L’animazione è priva di parlato e affida il coinvolgimento sonoro alla malinconica melodia: il video mostra il rapporto emotivo tra un cane e il proprio padrone. I rapporti tra uomini e animali sono un tema spesso indagato nell’arte di Avish Khebrehzadeh, come un viaggio di scoperta della dimensione soggettiva e di recupero dell’identità.
La video-animazione Solace, So Old, So New, è un racconto la cui struttura segue quella delle favole persiane alle quali l’artista è legata; l’opera è stata concepita come unicum anche se composta da tre video trasmessi contemporaneamente su tre grandi disegni realizzati a tecnica mista su carta giapponese kozo dal fondale ocra. Ogni disegno, come una scenografia permanente, dà l’ambientazione: una casa, un paesaggio montano e una piazza. La struttura narrativa è supportata da dialoghi e da suggestive note ispirate ad antiche litanie con le quali l’artista è solita accompagnare le sue animazioni.