​​16MM RUN
Mario Schifano, Harry Smith

13 ottobre 2023, ore 19.00
#Agorà

16MM RUN, la rassegna cinematografica sperimentale in collaborazione con Villa Lontana prosegue il 13 ottobre. Alle ore 19.00, nella sala cinema del museo saranno proiettati una serie di cortometraggi di Mario Schifano (1934-1998) e di Harry Smith (1923-1991) per un confronto tra due dei maggiori protagonisti della scena artistica e cinematografica sperimentale di Roma e di New York: Mirror Animations (1979), Late Superimpositions (1964) di Smith e Reflex (1964), Ferreri (seconda metà degli anni ‘70) e Souvenir (1967) di Schifano.

 

Mario Schifano è stato un artista, pittore e regista, noto soprattutto come una delle figure fondamentali della Pop Art in Italia. I confini tra cinema e arte sono stati ridefiniti da Schifano, dove l’uso della macchina da presa è allo stesso tempo strumento operativo e soggetto plastico. Nei suoi film non c’è concezione del tempo o dello sviluppo narrativo, sono in genere diari filmati che catturano le persone, i luoghi, gli oggetti e i dipinti che gravitano intorno a lui, all’apice della sua creatività artistica ed esistenziale. «Le telecamere sono cose che mi sono sempre servite per riprodurre spazi e figure con cui potevo stare anche quando ero solo. […] Solo che gli uomini sono più simili al cinema che alla pittura: in un film camminano, mangiano, fanno l’amore, come accade realmente; nella pittura no» (Schifano).

 

Harry Smith è stato un artista visivo, regista sperimentale, collezionista di dischi, bohémien, mistico, studente di antropologia in gran parte autodidatta e vescovo neo-gnostico. Smith è stato una figura importante nella scena della Beat Generation a New York. Oltre che per i suoi film, in particolare l’animazione Heaven and Earth Magic (1962), Smith è noto anche per la sua influente Anthology of American Folk Music, tratta dalla sua vasta collezione di registrazioni a 78 giri fuori catalogo, una delle più influenti edizioni nella storia del suono registrato.

 

Harry Smith, Mirror Animations, 1979, 11’

«Se, come molti suppongono, il mondo invisibile è il mondo reale e il mondo dei nostri sensi non è che il simbolo transitorio dell’eterno invisibile, limitandoci alla ben nota predilezione dell’esperienza estetica per gli occhi e le orecchie, potremmo logicamente proporre che ogni proiezione di un film è diversa da ogni altra. Questo è particolarmente vero per Mirror Animations. Sebbene gli studi per questo film siano stati fatti all’inizio degli anni Sessanta, l’inesistenza di apparecchiature di stampa adatte fino a poco tempo fa, la mia incapacità di localizzare le riprese originali fino al 1979 e, in particolare, la mancanza di un pubblico pronto a valutare L. Wittgenstein, “Etica ed estetica sono la stessa cosa”, alla luce della frase di H.C. Agrippa “non c’è forma di follia più pericolosa di quella che si raggiunge con mezzi razionali”, hanno contribuito a ritardare fino ad oggi la disponibilità di una stampa completamente speculare a quella originariamente prevista. Spero che vi piaccia.» (Harry Smith)

 

Harry Smith, Late Superimpositions, 1964, 31’

«Fotografie sovrapposte della macelleria del signor Fleischman a New York e dei Kiowa nei dintorni di Anadarko, in Oklahoma con Materiale Cognitivo. Il viaggio è scuro all’inizio e alla fine, chiaro nel mezzo, ed è strutturato 122333221. È quello che onoro di più tra i miei film, anche se non divenne molto popolare prima del 1972. Se la lampada dell’eccitatore si spegne, si può ascoltare Mahogany di Bert Brecht.» (Harry Smith)

 

Mario Schifano, Reflex, 1964, 16′

Reflex è il primo cortometraggio sperimentale girato in America da Schifano. È incentrato sulla figura del fotografo di moda Bob Richardson, mentre ritrae alcune modelle nel suo studio durante un servizio fotografico (un tema simile a quello di Blow up il celebre film girato da Michelangelo Antonioni due anni dopo, nel 1966). Anche lo stesso Schifano è presente in questo film, si può vedere la sua immagine riflessa in uno specchio, con in mano la sua macchina fotografica, a significare che il vero focus qui è sui media stessi, non sulle modelle o sul fotografo. A un certo punto si vede una delle modelle che beve un sorso da una bottiglia di Coca-cola, un tema ricorrente nell’opera di Schifano.

 

Mario Schifano, Ferreri, 16′

Mario Schifano era un amico intimo del regista, sceneggiatore e attore italiano Marco Ferreri, qui ripreso durante i loro incontri. Il film mostra immagini private tra i due artisti, con la partecipazione di Mimmo Rotella e Franco Brocani.

 

Mario Schifano, Souvenir, 1967, 11′

In Souvenir, Mario Schifano filma Peter Hartman e Gerard Malanga durante la loro visita alla Basilica di San Pietro a Roma. Schifano e i suoi amici si fanno strada tra le masse di visitatori della basilica. I loro corpi e le loro insolite “performance” e danze formano una sorta di contrasto alla nuova religione del turismo di massa, che Schifano immortala nei suoi dettagli più comuni e stereotipati, in un certo senso pop.  
Sebbene la maggior parte di queste prime sperimentazioni di Schifano siano prive di sonoro, in questo caso si sente in sottofondo una musica e una voce (probabilmente Malanga) che recita poesie, in una sorta di litania che ben si accorda con l’atmosfera di questo nuovo tipo di “religione” che permea il film. Alla fine del film, il protagonista si inietta una sostanza illecita in cima al famoso colonnato di Gian Lorenzo Bernini. Il regista sembra interessato a tracciare un parallelo tra il comportamento dissacrante del protagonista nel luogo sacro e la speculazione blasfema intorno alla vendita di immagini sacre.

 


 

In collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale