GIANLUCA CONCIALDI
Santissima pizzeria
2020

Questo audio descrive l’opera Santissima pizzeria (2020) di Gianluca Concialdi, tra le quattro selezionate per il percorso sensoriale della mostra RETROFUTURO rivolto a un pubblico di persone cieche e nato dalla collaborazione tra il Dipartimento per l’Educazione Preventiva e il corso-laboratorio Didattica museale. Questa narrazione si basa sull’attivazione delle percezioni sensoriali come base principale di comunicazione.

01:59:59

MISURE: Vasca 110x70cm, gamba 76cm, profondità vasca 9cm, altezza totale 174cm

 

MATERIALI: Ferro, wok, posacenere in cristallo di Val D’Elsa, sughero, grasso animale bruciato, cofano jaguar

 

SCHEDA DESCRITTIVA-TATTILE: L’installazione è composta da una struttura in ferro rettangolare posta a sostegno di un cofano in acciaio di un’auto di lusso su cui sono fissati due oggetti: un wok, tegame usato per la cucina cinese, e un posacenere in cristallo.

 

Si tratta della base di un barbecue, formata da una cassa lunga 110 cm, larga 70 cm e profonda 9 cm circa, collocata a 90 cm da terra e sostenuta agli angoli da quattro piccole barre quadrate, ciascuna delle quali è alta 76 cm. Al posto della griglia del barbecue è saldato il cofano grezzo di una Jaguar S-Type inclinato di circa 60 gradi, in modo tale che la parte esterna sia rivolta verso l’alto mentre quella interna verso il basso. Il cofano è saldato, nella parte bassa, alla struttura sottostante mentre, nella parte alta, è sostenuto da un’asta posta lateralmente. Il prodotto, prelevato dall’industria del lusso, perde la sua aura di status symbol e viene trasformato in una cucina grazie all’inserimento del wok incastrato nella parte bassa del cofano e leggermente decentrato, mentre la cassa conserva la sua funzione di braciere. 

 

Il riuso di questo oggetto è documentato dal racconto della performance dell’artista, che, al tramonto, in uno spazio all’aperto aveva condiviso il suo pasto con amici, utilizzando questo inaspettato oggetto. 

 

Tra le diverse dinamiche di convivialità, oltre al cibo vissuto come momento di aggregazione culturale e sociale, anche il posacenere, in cristallo di Colle Val d’Elsa posto su un base di sughero e collocato sul bordo del cofano in alto a sinistra rispetto a chi osserva, diventa per l’artista un oggetto-iconico, una presenza che accompagna le relazioni umane nella quotidianità.

 

L’installazione in realtà è un dispositivo artistico capace di suscitare nel pubblico emozioni e di attivare percezioni sensoriali come l’olfatto e il gusto, in quanto le incrostazioni di grasso e le bruciature ben visibili, dati di un’esperienza vissuta, diventano tracce di un ricordo comune da condividere. (tempo di lettura: 1:50 min circa)