GIANLUCA CONCIALDI
Il bollito elettrico
2020

Conosco Mario Cucinotta una afosa sera d’estate inviato a Chiusure per conto della rivista Il Dolce ed il Salato, devo intervistarlo per una indagine sul movimento Post Gourmet. Alle prime sembra uno burbero invece è soltanto molto ansioso. Gli chiedo di raccontarmi come è arrivato a questo punto e lui comincia a scaricarmi addosso fiumi interminabili di parole apparentemente sconnesse ed irrazionali ma ne seguo un sottile filo coerente. Mario nasce a Little Palermo a Palermo (così chiamano il centro storico i suoi nuovi abitanti) nel Novembre del 1981, è dello scorpione. Proviene da una famiglia di commercianti di cuoio pelle e pelletterie andati in malora a causa di un potente impoverimento culturale locale e all’avvento del turismo di massa. Il loro negozio è adesso una lavanderia a gettoni aperta 24h. Passa comunque una adolescenza felice coccolato da amici droghe e parenti, si ritrova ventenne senza averne capito un cazzo di movimenti occupazioni concerti punk viaggi della speranza a Roma birre nei giardini di San Lorenzo la libreria di Valerio Marchi. Niente, di colpo è ventiquattrenne a Palermo e dignitosamente mai occupato. Frequenta l’accademia e dopo la laurea parte per Milano per fare il magazziniere «…memore la notte in cui dormii avvolto nel pluriball nei sotterranei della galleria Sorelle Gemelle…» si interrompe tra l’ubriaco ed il commosso. Mi racconta molto di pestaggi subiti di errori terribili per cui ancora prova un enorme senso di colpa (chiede scusa). Dopo Milano comincia la sua carriera d’artista: è per lo più autodidatta. Le cose inizialmente andavano bene ma nel 2014 una esperienza sgradevole tutt’ora irrisolta lo porta a voltare le spalle al mondo dell’arte in maniera repentina come se gli fosse caduto un vaso in testa, cambia idea, cambia testa, dimentica tutto, ha un rifiuto totale.

Sogna Adriano, un amico che lo guida con una piccola imbarcazione di vetro resina in un mare impenetrabile. Le onde altissime gli impedivano di prendere il largo dalla Cala di Palermo e di raggiungere gli altri amici che lo aspettavano ad Aspra. Lui ed Adriano decidono di raggiungere Aspra a piedi portandosi pure la barca a piedi trascinandola. La barca ha una perdita di gasolio e a causa dell’attrito con l’asfalto si incendia, non solo la barca, tutto va a fuoco: Adriano il paesaggio il sogno stesso e le auto tutto in fiamme. Mario riesce a salvarsi miracolosamente e a venire fuori da quello che ormai era un incubo di fuoco. Svegliatosi (continua a raccontarmi) ha una visione: decide di perfezionare la tecnica di cottura che aveva visto nel sogno «… i cofani delle auto di lusso in fiamme sono delle piastre perfette nel sogno gli altri protagonisti indifferenti alle fiamme si nutrivano cucinando su quelle piastre perfette…» Parte per la Thailandia, la Mecca del cibo di strada mi diceva biascicando. Il nostro Cucinotta passa nove anni lavorando per molti ristoratori e carpisce i segreti più inimmaginabili. Prepara pietanze prelibate, ama lotta sogna perde ogni speranza si ritrova, vede nelle strade di Surin, in preda ad allucinazioni fortissime (dovute alle indigestioni di maiale e gamberi) la Palermo della sua infanzia felice passata a farsi passare la fame chimica dopo maratone tecno di settimane intere presso le peggiori griglie e paninerie. Era un mondo quasi privo della parola gourmet: cartocci e coca cola topolini wurstel e patatine griglie ovunque, sotto i ponti sui viali al mare in carcere. Torna in Italia e fonda il suo impero, il suo primo ristorante si chiamerà “Il Bollito Elettrico” e le cucine pubbliche in collaborazione con Jaguar Mercedes Lamborghini Mazda Maserati Ferrari saranno da allora uno dei riferimenti mondiali per il movimento Post Gourmet.

 

Zelindo Gnoffo
Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, 28 Agosto 2023