MARCIA HAFIF
Roma 1961-1969
#Palestra
Roma 1961-1969 ripercorre il rapporto della pittrice statunitense Marcia Hafif con Roma e con la sua scena artistica attraverso le opere realizzate durante il suo lungo soggiorno nella città dal 1961 al 1969.

Marcia Hafif, Roma 1961-1969. MACRO, 2024. Ph. Michela Pedranti – DSL Studio. Da sinistra a destra: 52 juillet (Yellow Steps), 1964, lacca su tela. Courtesy Estate Marcia Hafif e Galerie Hubert Winter, Vienna. 56, aout (Van de Kamp), 1964, lacca su tela. Courtesy Estate Marcia Hafif e / and Galerie Hubert Winter, Vienna. 53, July (Silver Sticks), 1964, lacca su tela. Courtesy Estate Marcia Hafif e Galerie Hubert Winter, Vienna. 41, Février, 1964, acrilico su tela. Courtesy Estate Marcia Hafif e Galerie Hubert Winter, Vienna. 67 (The Wave I), 1965, acrilico su tela. Courtesy Maria Teresa e Maria Francesca Benedetti.

Marcia Hafif, Roma 1961-1969. Exhibition view. MACRO, 2024. Ph. Michela Pedranti – DSL Studio.

Marcia Hafif, Roma 1961-1969. MACRO, 2024. Ph. Michela Pedranti – DSL Studio. Da sinistra a destra: Untitled (2 July), 1966, acetato su carta. Courtesy Galleria Edieuropa, Roma. Untitled (1 May), 1966, acetato su carta. Courtesy Galleria Edieuropa, Roma. Untitled (5 July), 1966, acetato su carta. Courtesy Galleria Edieuropa, Roma.

Marcia Hafif, Roma 1961-1969. MACRO, 2024. Ph. Michela Pedranti – DSL Studio. Da sinistra a destra: Untitled (June), 1967, acetato su carta. Courtesy Galleria Edieuropa, Roma. 167, 1967, acrilico su tela. Courtesy Maria Teresa e Maria Francesca Benedetti. 163, 1967, acrilico su tela. Courtesy collezione privata, Bologna.

Marcia Hafif, Roma 1961-1969. MACRO, 2024. Ph. Michela Pedranti – DSL Studio. TBC Italian Party, 1968, serie di 6 foto in bianco e nero, senza cornice. Courtesy Galerie Hubert Winter, Vienna.

Marcia Hafif, Roma 1961-1969. MACRO, 2024. Ph. Michela Pedranti – DSL Studio. Roman Shopkeeper, 1968, serie di 9 foto in bianco e nero, senza cornice. Courtesy Galerie Hubert Winter, Vienna.

Marcia Hafif, Roma 1961-1969. MACRO, 2024. Ph. Michela Pedranti – DSL Studio. Da sinistra a destra: 167, 1967, acrilico su tela. Courtesy Maria Teresa e Maria Francesca Benedetti. 163, 1967, acrilico su tela. Courtesy collezione privata, Bologna.

Marcia Hafif, Roma 1961-1969. MACRO, 2024. Ph. Michela Pedranti – DSL Studio. Da sinistra a destra: 163, 1967, acrilico su tela. Courtesy collezione privata, Bologna. 193, 1968, acrilico su tela. Courtesy Maria Teresa e Maria Francesca Benedetti.

Marcia Hafif, Roma 1961-1969. MACRO, 2024. Ph. Michela Pedranti – DSL Studio. The Roman Sunday, 1968, serie di 23 foto in bianco e nero. Courtesy Galerie Hubert Winter, Vienna.

Marcia Hafif, Roma 1961-1969. MACRO, 2024. Ph. Michela Pedranti – DSL Studio. Roman Windows, 1969, serie di 7 foto in bianco e nero, senza cornice
Courtesy Galerie Hubert Winter, Vienna.

Marcia Hafif, Roma 1961-1969. Exhibition view. MACRO, 2024. Ph. Michela Pedranti – DSL Studio.

Marcia Hafif, Roma 1961-1969. MACRO, 2024. Ph. Michela Pedranti – DSL Studio.
Hafif giunge in Italia nel 1961 tramite un viaggio di ricerca a Firenze, per poi arrivare a Roma dove rimane fino al 1969. Grazie a un approccio dichiaratamente naïve sia nei confronti della città che della sua tradizione storico artistica, Hafif riesce a emanciparsi da alcune delle influenze e costrizioni che aveva avvertito in California, proseguendo con rinnovata libertà la sua ricerca pittorica astratta – o meglio “concreta”, termine con cui era solita riferirsi al proprio lavoro. Si stabilisce in Via del Babuino e frequenta il Caffè Rosati, integrandosi in poco tempo nella comunità artistica e stringendo rapporti di amicizia con Pietro Consagra, Tano Festa, Franco Angeli, Francesco Lo Savio, Toti Scialoja e soprattutto con Carla Accardi. Nel 1964 inaugura la sua prima personale alla Galleria La Salita di Gian Tomaso Liverani.
La mostra presenta opere su tela e su vinile, realizzate tra il 1964 e il 1968 e caratterizzate da uno stile che Hafif ha definito come “pop-minimale”, nelle quali i pattern geometrici lasciano progressivamente spazio alle hill shapes, le forme collinari tra le più rappresentative del periodo romano dell’artista. A completare il percorso espositivo quattro serie di fotografie in bianco e nero – tra cui Roman Shopkeeper (1968), Italian Party (1968) e Roman Windows (1969) esposte per la prima volta – che offrono uno sguardo inedito sulla ricerca fotografica di Hafif, iniziata a Roma grazie all’aiuto dell’amico Tony Vaccaro.
MARCIA WOODS nasce nel 1929 a Pomona, California. Dopo essersi laureata al Pomona College nel 1951 e aver sposato Herbert Hafif, nel 1961 progetta un viaggio a Firenze. Si stabilisce però a Roma, dove rimane per quasi otto anni. Torna in California nel 1969 e abbandona per un certo periodo la pittura, dedicandosi alla sperimentazione con il cinema, la fotografia e l’installazione sonora, completando un master presso l’Università della California a Irvine. Nel 1971 si trasferisce a New York e si riavvicina alla pittura. Nel corso degli anni Ottanta e Novanta continua a dipingere, stabilendo rapporti con gallerie in Europa, prima a Monaco poi a Düsseldorf e infine a Vienna, Londra, Parigi. Il lavoro di Hafif è stato esposto in numerose istituzioni museali, tra cui: MoMA PS1, New York (1990), Haus für Konstruktive und Konkrete Kunst, Zurigo (1995), FRAC Bourgogne, Digione (2000), MAMCO Genève, Ginevra (2001), Laguna Art Museum, Laguna Beach (2015), Kunsthaus Baselland, Basilea (2017), Kunstmuseum St. Gallen, San Gallo (2017), Lenbachhaus, Monaco (2018), Pomona College Museum, Claremont (2018), e MAMCO Genève, Ginevra (2019). Hafif muore nel 2018 a Laguna Beach, California.
Si ringrazia Galerie Hubert Winter
Curatore: Luca Lo Pinto con Vasco Forconi
Coordinamento produzione: Maria Elena Ciullo
Assistente produzione: Giulia Corti
Allestitori: Nomade Arte, Fabio Pennacchia, Matteo Pompili
Conservazione e restauro: Natalìa Gurgone