MARCIA HAFIF 
Roma 1961-1969 
Opening 30 maggio 2024, dalle ore 18.00 alle 21.00

30 maggio 2024 – 25 agosto 2024 
#Palestra

Roma 1961-1969 ripercorre il rapporto della pittrice statunitense Marcia Hafif con Roma e con la sua scena artistica attraverso le opere realizzate durante il suo lungo soggiorno nella città dal 1961 al 1969. 

Hafif giunge in Italia nel 1961 tramite un viaggio di ricerca a Firenze, per poi arrivare a Roma dove rimane fino al 1969. Grazie a un approccio dichiaratamente naïve sia nei confronti della città che della sua tradizione storico artistica, Hafif riesce a emanciparsi da alcune delle influenze e costrizioni che aveva avvertito in California, proseguendo con rinnovata libertà la sua ricerca pittorica astratta – o meglio “concreta”, termine con cui era solita riferirsi al proprio lavoro. Si stabilisce in Via del Babuino e frequenta il Caffè Rosati, integrandosi in poco tempo nella comunità artistica e stringendo rapporti di amicizia con Pietro Consagra, Tano Festa, Franco Angeli, Francesco Lo Savio, Toti Scialoja e soprattutto con Carla Accardi. Nel 1964 inaugura la sua prima personale alla Galleria La Salita di Gian Tomaso Liverani.

 

La mostra presenta opere su tela e su vinile, realizzate tra il 1964 e il 1968 e caratterizzate da uno stile che Hafif ha definito come “pop-minimale”, nelle quali i pattern geometrici lasciano progressivamente spazio alle hill shapes, le forme collinari tra le più rappresentative del periodo romano dell’artista. A completare il percorso espositivo quattro serie di fotografie in bianco e nero – tra cui Roman Shopkeeper (1968), Italian Party (1968) e Roman Windows (1969) esposte per la prima volta – che offrono uno sguardo inedito sulla ricerca fotografica di Hafif, iniziata a Roma grazie all’aiuto dell’amico Tony Vaccaro.

 


 

MARCIA WOODS nasce nel 1929 a Pomona, California. Dopo essersi laureata al Pomona College nel 1951 e aver sposato Herbert Hafif, nel 1961 progetta un viaggio a Firenze. Si stabilisce però a Roma, dove rimane per quasi otto anni. Torna in California nel 1969 e abbandona per un certo periodo la pittura, dedicandosi alla sperimentazione con il cinema, la fotografia e l’installazione sonora, completando un master presso l’Università della California a Irvine. Nel 1971 si trasferisce a New York e si riavvicina alla pittura. Nel corso degli anni Ottanta e Novanta continua a dipingere, stabilendo rapporti con gallerie in Europa, prima a Monaco poi a Düsseldorf e infine a Vienna, Londra, Parigi. Il lavoro di Hafif è stato esposto in numerose istituzioni museali, tra cui: MoMA PS1, New York (1990), Haus für Konstruktive und Konkrete Kunst, Zurigo (1995), FRAC Bourgogne, Digione (2000), MAMCO Genève, Ginevra (2001), Laguna Art Museum, Laguna Beach (2015), Kunsthaus Baselland, Basilea (2017), Kunstmuseum St. Gallen, San Gallo (2017), Lenbachhaus, Monaco (2018), Pomona College Museum, Claremont (2018), e MAMCO Genève, Ginevra (2019). Hafif muore nel 2018 a Laguna Beach, California.